Laowa 25mm f/2,8 2,5-5x Ultra macro

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Nuovo Laowa 25mm f/2,8 (2,5-5X Ultra Macro): le mie prime impressioni

Mentre scrivo queste righe il nuovo obiettivo Laowa 25mm f/2,8 Ultra Macro è ancora solo ordinabile.
Mancano però pochissime settimane alla sua uscita sul mercato. Ho avuto la fortuna di averne una copia prima della vendita e in questo periodo, seppur congestionato da altri impegni, sono riuscito a provarlo un po’ sul campo ed in studio.
Quelle che seguono sono le mie prime impressioni, che integrano quanto già uscito, per lo più in inglese, su altri siti di miei amici e colleghi.

Recentemente ho parlato delle lenti che uso di più nella macro ambientata ed anche in quel caso la Laowa è spuntata fuori come una delle marche che ultimamente viaggiano nel mio zaino.
Questa volta me lo hanno mandato loro e non l’ho acquistato io, ma non per questo non scriverò eventuali problemi riscontrati o critiche, perchè penso sia più importante parlare chiaro.

Ho ricevuto questo 25mm in una scatola super imbottita, la lente inserita in un involucro sotto vuoto come ormai è tipico delle lenti Laowa, con incluso l’anello per il montaggio su treppiedi ad attacco arca swiss (che sarà opzionale nei modelli di vendita) e la prima impressione che mi ha fatto l’oggetto quando l’ho preso in mano è stata “solidità”.
Si tratta di un’ottica in metallo, davvero ben costruita, con meccanismi non troppo molli e fluidi allo stesso tempo. Anche il tappo anteriore è di metallo ed è rocciosissimo, tanto che all’inizio non capivo se fosse a pressione o a rotazione (è a rotazione, per la cronaca) e avevo paura di spaccare tutto tanto era ben attaccato.

La lente è incredibilmente piccola e leggera ed all’inizio fa un po’ impressione attaccata alla reflex, ma non appena ho iniziato ad usarla ho cominciato ad amare questa sua caratteristica. Questa forma infatti permette di stare bassissimi senza scontrare sul substrato di fronte al soggetto e soprattutto non si ha mai il problema di come disporre i flash per illuminare il soggetto, anche usando diffusori. Ho trovato quindi questa idea costruttiva subito di mia grandissima utilità.

Forse l’unico limite nell’utilizzo potrà aversi se si usano diffusori ampi montati attorno alla lente, perchè questa si allunga al cambiare dell’ingrandimento impostato, ma basta semplicemente montare il diffusore direttamente attorno alla parte frontale della lente ed il problema è presto risolto.

Dal punto di vista della qualità ottica non mi dilungo troppo nei particolari, perchè ci sono siti e siti ormai (vedi links a lato di questa pagina) in cui è possibile valutare questo aspetto per i nerd della nitidezza a 2,8 che amano osservare le immagini al 400% per fare a gara a “chi ce l’ha più nitido”.
Quello che posso sicuramente dire è che sia dalle mie prove sia per quanto riguarda quello che si legge e si vede anche in altri siti, si tratta di un’ottica iper nitida, che addirittura sembra battere il Canon MP-E65mm quando la si usa a tutta apertura (per esempio nello stacking più sfrenato).

Le foto che riporto in questo articolo sono state processate, aggiungendo un livello di sharpen “normale”, lo stesso che metto quando stampo le mie immagini ecc… niente è stato “sovra” dimensionato per aumentare l’effetto.

Siccome però personalmente non sono un fan del focus stacking (lo uso se proprio serve, ma faccio in modo se posso che non mi serva mai), le foto che vedete qui sotto sono tutte scattate utilizzando un singolo scatto, con tutti i risvolti negativi di lavorare in ultra macro, da 2,5:1 a 5:1, primo tra tutti ovviamente la scarsa o scarsissima profondità di campo. A volte però proprio questa situazione aiuta a dare risalto ad alcuni particolari del soggetto anzichè essere mera descrizione anatomica iper-dettagliata.
In ogni caso quest’ottica ha una bella “profondità di campo percepita”, cioè rispetto ad un 60mm con lenti Raynox per esempio riesce ad avere uno sfondo più “visibile” (vedi foto ragno più in basso) e lo scalino tra la parte a fuoco e lo sfondo è meno netto (per via del diverso angolo di ripresa). Quindi se dal punto di vista della pura fisica ottica la PDC non cambia, al lato pratico invece un pochino il risultato favorisce il Laowa rispetto ad altri sistemi iper macro. Ho tra l’altro notato, così come hanno fatto anche altri che hanno provato l’ottica e comparata con altri sistemi, come proprio grazie alle caratteristiche succitate, con il Laowa sia più semplice trovare il soggetto nell’inquadratura guardando nel mirino (ovviamente ancora di più quando il diaframma è abbastanza chiuso, posto che si abbia una luce pilota ovviamente).

In ogni caso è bene ricordare sempre che siamo in macro e che i diaframmi nominali che impostiamo sulla ghiera dei diaframmi della lente non sono quelli “reali” dal punto di vista della luminosità e della diffrazione. Esiste però una regola che permette di calcolare i diaframmi che realmente stiamo usando: (M+1)*f/ cioè (magnificazione che stiamo usando +1) moltiplicata per il diaframma nominale impostato sulla ghiera dei diaframmi.

Per i più pigri riporto qui una tabella che riassume i valori che potremmo trovare usando quest’ottica. In giallo i valori massimi con cui consiglierei di lavorare e in rosso invece quelli per cui la diffrazione è davvero alta e quindi sconsigliabili (se non per un uso web e forzando un po’ la mano con la nitidezza in post produzione).

Il mio parere comunque, così come accenna anche Nicky Bay nella sua prova, è che si possa lavorare molto bene a f/5,6 fino a f/8 (valori su ghiera ovviamente) quando si è a 5x, mentre si può salire anche a f/11 quando si è a 2,5x senza terrore di avere troppa diffrazione.

Lavorare con quest’ottica non è affatto facile e richiede davvero capacità ed esperienza, nonché un soggetto che collabori stando più fermo possibile.
Vedo già un futuro oscuro con foto stacks di 150 foto o più eseguite con quest’ottica su animali morti e addirittura uccisi per lo scopo. Questo non è il mio modo di fotografare e salvo per scopi scientifici o di conservazione ben precisi o circoscritti, non vedo alcun motivo di uccidere un insetto o altro piccolo essere per il gusto di ottenerne un’immagine iper nitida. E’ una pratica egoista che non supporto e che onestamente lascia molto il tempo che trova.
In questo caso però ci viene incontro il fatto che la minima distanza di messa a fuoco è circa 4-4,5 cm a tutti gli ingrandimenti, quindi si riesce a stare abbastanza distanti dal soggetto senza toccare oggetti o spaventare troppo l’animale (vedi ad esempio animali con ottima vista come i ragni Salticidi).
Ricordate che il diaframma è completamente manuale e anche lavorando a f/5,6 nominale, è comunque molto difficile vedere bene il soggetto, quindi o si usa (come faccio io) una luce led vicina per mettere a fuoco, oppure si può usare in certi casi addirittura il liveview. Io per esempio l’ho usato a mano libera per la foto di collemboli qui sotto. In ogni caso cercate di illuminare bene il soggetto mentre mettete a fuoco in modo da beccare velocemente il punto giusto di messa a fuoco.
Nel libretto di istruzioni della lente ho anche notato che la Laowa prevede forse in futuro l’uscita di un illuminatore per il fuoco ad hoc per questa lente, come si evince dallo scatto qui sotto. Per il momento io mi sono adattato con la mia torcia frontale e con illuminatori led per la lettura di libri a letto, che costano pochi euro e permettono già di lavorare bene.

Illuminatore per il fuoco come visualizzato dal libretto di istruzioni del 25mm

Illuminatore per il fuoco come visualizzato dal libretto di istruzioni del 25mm

In conclusione

Questa lente è secondo me “un must” per coloro che si occupano già di macro e magari possiedono lenti che già non avevano la possibilità di raggiungere facilmente certi ingrandimenti. Però non è una lente per tutti, poichè serve esperienza, pazienza e una mano molto ferma (o un soggetto immobile ed un treppiede con slitta micrometrica per chi è troppo traballante).

Per chi avesse già il Canon MP-E 65mm, in quel caso non penso che sia necessario l’acquisto, se non per la comodità di ricerca del soggetto nell’oculare già citata, per il peso e per le dimensioni ridotte. Per chi avesse Canon ma non l’MP-E, allora il 25mm Laowa è davvero da valutare anche perchè il costo è di molto inferiore e la qualità ottica identica se non superiore. In particolare le 8 lame del diaframma del Laowa rispetto alle 6 del MP-E rendono lo sfocato più gradevole, anche se onestamente le differenze sono davvero sottili.

Sconsiglio quest’ottica a chi si avvicina per la prima volta alla macro. Meglio in questo caso procurarsi un normale macro 60mm o 105mm e se poi vi prende la “febbre del micro” allora dopo un po’ di pratica andate su questo.